Una squadra che in casa ha battuto i campioni d’Italia, la quinta la sesta e la settima, che in trasferta ha battuto l’ottava, che in Europa League è stata fermata da due arbitraggi indegni e servili verso la potenza dello sponsor Gazprom negli ottavi di finale, dopo esser stata la prima squadra italiana che ha vinto a Bilbao, è una squadra che ha fatto sicuramente un’ottima stagione e che in campionato probabilmente è arrivata quarta.
Una squadra invece che in casa ha perso contro la dodicesima, tredicesima e quindicesima, pareggiato con la diciassettesima e diciottesima e fuori casa ha perso subendo tre reti dalla decima e dalla sedicesima ed è stata eliminata subito in Coppa Italia, perché ha schierato un centrale difensivo come interno destro di metà campo perché non poteva (o voleva) fare diversamente è probabilmente una squadra che si è salvata a malapena.
In effetti la Fiorentina arrivata quarta ha avuto un ruolino peggiore del Torino in casa contro le prime dieci, mentre solo Cagliari e Parma hanno perso in casa contro quattro delle ultime dieci squadre; il Cesena arrivato ultimo e l’Udinese ha fatto come il Torino e addirittura l’Atalanta e il Sassuolo non hanno mai perso.
Questo cosa vuol dire? Qual è il vero valore del Torino? Un interrogativo di difficile soluzione. Una lettura buonista può far vedere una squadra che ha impegnato un po’ troppo a carburare, perché era difficile sostituire la coppia gol ceduta in blocco e che poi si è arenata sul più bello perché stanca dai vari impegni affrontati con una rosa risicata. Una lettura più severa può parlare di pochi acquisti azzeccati soprattutto a metà campo, dove il solo Benassi (anche lui con alti e bassi tipici dell’età) ha superato l’esame mentre i vari Perez, Nocerino, Sanchez Mino e Gonzalez hanno tutti fallito per diversi motivi, e parlare di una serie di partite affrontate con sufficienza o affrontate con la mente all’impegno successivo, che sono state regolarmente sbagliate ottenendo pareggi dove si poteva tranquillamente vincere o sconfitte dove il pari era ampiamente alla portata.
La classifica finale dice che con un punto in più si sarebbe arrivati ottavi e di conseguenza si sarebbe entrati in Coppa Italia agli ottavi, saltando un paio di turni, mentre con due punti in più si sarebbe arrivati settimi, come lo scorso anno, e come lo scorso anno entrati in Europa League, perché la sesta non aveva ottenuto la licenza Uefa.
Sarebbe bastato un centrocampista in più azzeccato in campagna acquisti in estate o sarebbe bastato acquistare Maxi Lopez in estate anticipando un milione, prima di incassare i soldi della vendita di Cerci, invece di rimpiazzarlo a denaro incassato con Amauri? (che onestamente ha fatto peggio più di quanto potessero aspettarsi i suoi detrattori della prima ora).
Con i se e i ma non si fa la storia, ma la storia di questa stagione deve essere letta bene per non essere ripetuta il prossimo anno. Questo gruppo anche al netto delle due cessioni che serviranno per poter fare gli acquisti (non scordiamo mai questo) con quattro, cinque innesti giusti può tranquillamente entrare nelle prime sei, lo ha dimostrato nelle partite elencate a inizio articolo; però non dovrà sottovalutare partite sulla carta abbordabili, una costante nelle stagioni di Ventura, unico appunto che seriamente si può rivolgere al tecnico in questi fantastici quattro anni.
Qualsiasi altro allenatore, con il materiale umano a disposizione del tecnico ligure, avrebbe fatto peggio in termini di gioco e anche di risultati, però un pizzico di presunzione in meno e un pizzico di grinta in più da parte di Ventura avrebbe permesso a questi giocatori di arrivare primi in serie B, di arrivare nella parte sinistra nella prima stagione e di fare almeno 60 punti nelle ultime stagioni qualificandosi per l’Europa, senza dover aspettare le disgrazie altrui; d’altronde nessuno è perfetto però migliorarsi su questo aspetto dal punto di vista tecnico e migliorare la rosa da parte della società ci potrà permettere di fare la prossima stagione raggiungendo i 60 punti e parlare finalmente di una stagione senza rammarichi.